Fotografie
La Sicilia interna (Enna/Caltanissetta)
- Il
modo migliore per averne una prima
impressione d'insieme è quello di imboccare l'autostrada che
collega Palermo a Catania; quando l'asfalto inizia a serpeggiare
incuneandosi tra le alture e i calanchi, i colori della Sicilia interna
- aspri e violenti in ogni stagione - assumono quasi all'improvviso il
tono di un silenzio ancestrale e quell'aspetto di una
immobilità antica che tante volte Renato Guttuso ha
rappresentato nei suoi dipinti.
- E'
questa l'isola del grande
latifondo, il paesaggio che nel dopoguerra ha dispiegato il suo fondale
riarso per il movimento di occupazione delle terre incolte, quasi a
sottolineare nel suo panorama di desolata, terribile bellezza la
disperazione sommessa di un esodo contadino. Eppure, quest'ampia
porzione dell'entroterra - così prepotente da imporsi spesso
come immagine tout court della Sicilia - ha conosciuto, nei secoli
passati, una civilizzazione florida che ancora risuona nei nomi delle
città greche e romane. Del resto, la nozione dell'isola come
immenso granaio dell'impero romano trae origine proprio da quest'area,
ed è in gran parte quella vocazione agricola che giustifica
la rete urbana del mondo antico e l'affiorare - ancora oggi - della
memoria del mito: secondo alcune tradizioni classiche è qui
che avvenne il ratto di Persefone da parte di Ade, ed è qui
che da allora Demetra orchestra i suoi riti di lutto e rinascita
ricoprendo la terra di nuove spighe. Potete forse avvertirne il canto,
confuso nel vento che soffia sugli spalti del castello di Lombardia a
Enna, da dove persino il mare, lontano sull'orizzonte, assume la
consistenza del miraggio.
- (dalla guida
verde "Sicilia" del Touring Club Italiano)
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